Sembra quasi un titolo profetico…
L’anno dopo morì Demetrio Stratos (13 giugno 1979), voce e polistrumentista, mentre il prog rock stava agonizzando ed il punk dava voce e strumenti agli arrabbiati.
Quindi, in piena esplosione punk, esce questo “strano” disco degli Area, strano perchè era il primo disco non pubblicato per la Cramps ma per la Ascolto del caschetto d’oro Caterina Caselli.
Strano perchè il primo disco senza Paolo Tofani (che proseguì il suo cammino verso una ricerca spirituale, ricordo ad esempio i Khrisna Vision) e anche senza la collaborazione di Gianni Sassi.
Strano anche perchè la voce di Demetrio (quasi consapevole del proprio epilogo) la fa da padrona e spinge la propria ricerca ancora più in la, con fraseggi e vocalizzi di assoluto pregio sapendo dosare sapientemente potenza e controllo, acuti e bassi.
Sembra strano parlare degli Area partendo dal loro ultimo capitolo con Demetrio, ma forse è il disco dove meglio si compendia musica e voce, il basso di Ares Tavolazzi compie dei veri capolavori in questo disco, e i synth di Patrizio Fariselli volano ed accompagnano spesso la voce di Demetrio spostando ancora più avanti la sperimentazione.
La batteria di Giulio Capiozzo ascoltandola adesso starebbe molto bene in qualche sampling moderno.
Per i testi il gruppo si avvalse dello scrittore situazionista Gianni Emilio Simonetti e spesso in questo disco parlano della rivoluzione francese per analiza il passato 68 italiano.
E’ un disco che lascia un pò l’amaro in bocca perchè, rispetto ai precedenti lavori degli Area prettamente più prog, qui si aprono nuove strade che non verrano più intraprese causa la scomparsa prematura di uno dei più grandi cantanti italiani.