C.S.I. Consorzio Suonatori Indipendenti
I csi hanno fatto fondalmentalmente 3 album + 1
il +1 è riferito all’ultimo lavoro dei CCCP che in pratica anticipava la formazione dei CSI
sono stato un fan dei primi CCCP e il loro secondo album Socialismo e barbarie, sopratutto la seconda parte è un capolavoro…
molto bella è la spontaneità e (scusate il termine) l’urgenza del primo 1964-1985 Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi del conseguimento della maggiore età
il primo album “Ko de mondo” dei csi lo presi a scatola chiusa, per curiosità, anzi trovavo quasi ridicolo il cambio di nome, da cccp a csi, quasi a rincorrere la storia, come se la sinistra cercasse di stare al passo con i tempi
e invece si rivelò un gran bel disco, le intenzioni venivano esplicate con decisione con la prima canzone, a tratti
“Chi è stato è stato e chi è stato non è
Chi c’è c’è e chi non c’è non c’è
Chi è stato è stato e chi è stato non è
Chi c’è c’è e chi non c’è non c’è”
“Non fare di me un idolo mi brucerò,
se divento un megafono m’incepperò…”
ma è con il secondo album “Linea Gotica” che esplodono come uno dei gruppi italiani più interessanti
di tutti i tempi, alla pari con i grandi gruppi italiani anni 70
«Linea Gotica è un disco di chitarre elettrificate, perché questo è il suono del nostro tempo, per quanto detestabile possa essere questo suono e questo tempo.»
Rolling Stones lo posizionò ottavo tra i 100 dischi più belli italiani (sempre che servano a qualcosa queste classifiche)
Linea Gotica, uscito nel 96 (che anno però tra i csi, casino royale, almamegretta), è la paura di fine millennio che prende forma musicale,
le guerra in yugoslavia (per chi pensava che l’europa non avrebbe più conosciuto guerre), è un disco con le chitarre elettrificate ma senza batteria quasi, ma è il più punk (nel senso di dirompente di tutti), un disco difficile forse, ricordo un mio amico (forse anche per colpa di sostanze assunte il giorno prima) mi disse che pianse ascoltandolo
poi arrivò il terzo album Tabula rasa elettrificata e la rottura del sodalizio Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni
un disco “minore” rispetto ai 2 precedenti, ma che contiene alcuni grani bei brani come Forma e sostanza e Vicini e Matrilineare
poi li persi per strada tra reincarnazioni come PGR (per grazia ricevuta)
ebbi la fortuna di conoscere ed intervistare Giovanni Lindo Ferretti al concerto di Gorizia, personaggio magnetico e immerso totalmente in quello che traspare nella musicale e poi conobbi anche Gianni Maroccolo, già deus ex machina dei primi Litfiba, e qui sempre al massimo delle sue capacità produttive e artistiche