A tre anni da “Cattive Abitudini”, album che riportò sulle scene uno dei pesi massimi del rock indipendente italiano dei ’90, tornano con “Aspettando i barbari” i Massimo Volume.

In questo nuovo lavoro la band con base a Bologna propone un suono più riflessivo pur mantenendo tutte le peculiarità della propria proposta. Gli intrecci tra le chitarre ed il non canto di Emidio Clementi sono da sempre il segno distintivo del suono dei MV.  Questa volta le distorsioni sono più contenute rispetto al passato (pure rispetto a quello recente di “Cattive abitudini”) ma non per questo il suono risulta più morbido, anzi in alcuni momenti è forse ancora più claustrofobico che in passato.

I brani sono all’altezza di quanto prodotto precedentemente dalla band e ciò conferma che il ritrovarsi, alcuni anni fa ormai, dopo un bel po’ di tempo in cui i vari componenti del gruppo si dedicarono a progetti solisti oppure a collaborazioni con altri musicisti,  fu dettato dalla consapevolezza di poter ancora proporre musica di ottima qualità.

Ci sono alcuni pezzi (Dio delle zecche, La Cena, Vic Chesnutt, Silvia Camagni) che a mio avviso sono qualitativamente uno scalino sopra al resto del disco. Disco che in ogni caso merita sicuramente un posto tra i migliori nella discografia del gruppo.